Scuola, i presidi delle superiori: «Necessario ripartire al più presto»

Scuola, i presidi delle superiori: «Necessario ripartire al più presto»
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Sono 53 mila i bambini e ragazzi che, dalla scuola d’infanzia alle medie, sono ritornati a sedersi nei banchi.

E così si riparte, non si sa per quanto, ma c'è una data anche per le superiori. Dal 18 gennaio 26 mila studenti iscritti a licei e istituti tecnici nella Granda, riprenderanno il loro posto in aula, al 50 per cento in presenza e al 50 per cento in didattica a distanza, alternandosi ogni settimana.

La voglia di normalità è tanta. Al punto che, quello che per le altre generazioni poteva essere un sogno ad occhi aperti, ovvero, non andare a scuola ma seguire le lezioni da casa per molti è diventato un incubo.

Molti ragazzi con cui abbiamo parlato di raccontano di quanto sia difficile seguire le lezioni nell'ambiente domestico dove, spesso, anziché aiutare la concentrazione inducono al rilassamento.

Altri invece trovano nella situazione un qualcosa di assurdo: «Quello che ho sperato per anni è diventato realtà, ma ora spero l'opposto. ho provato cosa vuol dire dovermi alzare e passare la mattinata da sola in camera mia piuttosto che incontrare e parlare con i compagni».

A pochi giorni dalla riapertura delle classi (gli istituti superiori sono comunque sempre rimasti aperti con le segreterie e per gli studenti con difficoltà), ecco il pensiero dei dirigenti delle scuole saluzzesi

Alessandra Tugnoli, preside dell'istituto Soleri Bertoni, confida l'enorme voglia di ripresa scolastica, di vedere i ragazzi nei corridoi e gli insegnanti alle cattedre: «Siamo pronti, ed organizzati, ma la preoccupazione è tanta. Sono preoccupata per i ragazzi, specialmente quelli delle prima, che l'anno scorso hanno frequentato qualche mese la terza media, e quest'anno si conoscono a stento, o come quelli di seconda superiore che avendo fatto poco in prima faticano ad affrontare l'anno scolastico».

Sulla stessa linea di pensiero il preside Flavio Girodengo, dell'istituto Denina Pellico Rivoira: «C'è la necessità di tornare in presenza - dichiara il dirigente - altrimenti il danno comincerà ad essere veramente rilevante. Iniziare sarebbe un buon segnale anche per l'intera società, la presenza è uno stimolo allo studio inevitabile, e non possiamo più farne a meno».

«La volontà generale che faccio totalmente mia è tornare in presenza e farlo il prima possibile - osserva Lorenzo Rubini, dirigente del liceo Bodoni -. Il giusto compromesso, al fine di evitare ulteriori complicanze sui trasporti pubblici, è quello di iniziare una presenza al 50 per cento, che noi abbiamo deciso di strutturare a classi intere e settimane alterne, al fine di evitare sfilacciamenti all'interno delle aule. I ragazzi saranno presenti insieme per classe secondo tutte le normative vigenti, in massima sicurezza».

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