«Noi pronti a partire Le piste sono sicure»
C’è attesa da parte del mondo degli sport invernali, dopo le prime decisioni sulla mancata apertura delle piste da sci. In ballo c’è il futuro e la sopravvivenza di tanti piccoli e grandi impianti, oltre a rifugi, strutture ricettive, e l’economia di intere vallate. Uno scenario di incertezza che pesa non solo sui gestori, ma anche sugli Sci club, la cui stagione si presenta nel segno dell’incertezza.
Davide Sola, presidente dello "Sci Club Monviso", di Saluzzo, esprime tutta la preoccupazione del sodalizio, che raggruppa centinaia di appassionati saluzzesi: «Se le piste da sci dovessero restare chiuse nelle feste di Natale - osserva - sarebbe un guaio per noi. Non mi permetto di giudicare i provvedimenti, ma trovo strano, come uno sport come lo sci, altamente individuale e all'aria aperta, possa essere bloccato, tanto più se la riapertura dovesse essere parziale. È chiaro poi che l’apertura sola degli impianti non basterebbe. Impensabile far funzionare skilift e seggiovie, senza garantire un punto di sosta o ristoro come rifugi e strutture in quota. Certo, servono regole chiare e presa di responsabilità da parte dei gestori e degli sciatori stessi, ma non vedo come possa essere pericoloso per la tutela della salute aprire le piste».
La situazione di incertezza ha ripercussioni anche sull’attività della società. «Al momento, come club, non abbiamo registrato cali di iscrizioni, anche perché la stagione inizia la settimana dell'Immacolata. Abbiamo creato un sito web collegato alle nostre pagine social, con una nuova area dedicata ai tesseramenti, di modo da non avere contatto diretto con i soci. È comunque una situazione che pesa moltissimo, per noi il contatto con i soci è fondamentale. Siamo preoccupati però dal fatto che molti sponsor, al momento, non hanno confermato il loro supporto. Una scelta che posso comprendere - afferma Sola -, perché le priorità in questo momento sono altre, ed è giusto dare attenzione al settore ospedaliero. Se la stagione dovesse avere inizio, noi siamo pronti. Se ciò non dovesse accadere, non oso immaginare cosa potrebbe significare per i gestori delle piste. Avrebbe ripercussioni fortissime»