Resa dei conti sullo sterrato del mitico Col delle Finestre
In Piemonte si deciderà il Giro

Sette anni dopo l’ultima volta, il Giro d’Italia ritrova una delle sue salite più iconiche, quella del Colle delle Finestre. Nella ventesima tappa con partenza da Verrès ed arrivo al Sestrière, i corridori dovranno affrontare questa mitica ascesa tra la Valsusa e la val Chisone, che sarà anche la Cima Coppi di questa centottesima edizione. Probabilmente la lotta per la Maglia Rosa si deciderà proprio in questi diciotto chilometri che possono far entrare nella leggenda.
Le Finestre è un colle con una serie infinita di tornanti, per una salita che non sembra davvero mai finire. La pendenza media è del 9,1%, ma ci sono punte anche al 16%, con i corridori che si troveranno ad affrontarla al termine del Giro e con tre settimane di fatiche alle spalle. Davvero una prova di forza e anche di grande coraggio, con una possibile epica battaglia tra coloro che lottano per la Maglia Rosa.
Andare in crisi è un attimo e a quel punto il rischio è veramente di perdere moltissimi minuti. Una salita che non lascia scampo e che decreterà il miglior scalatore del Giro d’Italia 2025.
Di momenti entusiasmanti sul Colle delle Finestre ce ne sono stati nella storia del Giro, ma resta indimenticabile l’impresa di Chris Froome nel 2018. Il britannico sembrava ormai aver perso tutto, avendo quasi quattro minuti di ritardo da recuperare a Simon Yates. Il campione dell’allora Team Sky, però, si mise in testa che era ancora possibile ribaltare tutto e regalò una pagina epica.
Froome scattò a 83 chilometri dal traguardo cominciando a guadagnare sempre più secondi di distacco. Sul Colle delle Finestre fu accolto da un bagno di folla e proseguì nella sua impresa, mentre alla sue spalle Yates crollava definitivamente. Al traguardo fu l’apoteosi. Froome arrivò a braccia alzate, sapendo di aver ribaltato tutto e di aver vinto il Giro d’Italia.
Assente Pogacar, i due favoriti più accreditati per l’edizione 2025 sono il collaudato campione sloveno Primos Roglic e il giovane talento spagnolo Manuel Ayuso. Anche Richard Carapaz, già vincitore in rosa nel 2019, è partito con intenti bellicosi, ma l’ecuadoriano dalle prime tappe non appare in forma smagliante. Ed è tutta da decifrare l’effettiva potenzialità degli outsider Egan Bernal, il colombiano che per primo ha conquistato un Tour de France nel 2019 e il Giro del 2021, e del francese Romain Bardet, eterna promessa.
Tra gli italiani, un “usato sicuro” resta sicuramente Giulio Ciccone, che dopo il secondo posto alla Liegi-Bastogne-Liegi, sta dimostrando di avere birra in corpo. Il suo obiettivo comunque non è vincere il Giro, ma essere protagonista, finendo nei primi 5, e aggiungendo anche una vittoria di tappa.
Gli addetti ai lavori parlano bene del giovane Giulio Pellizzari e attendono conferme da Antonio Tiberi, un grandissimo regolarista che potrebbe approfittare delle varie situazioni di calo altrui. Il podio è il suo obiettivo: a lui e agli altri azzurri i nostri auguri.
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