speciale madonna del rosario

Funzioni nell’antica parrocchiale di Verzuolo

Si apre uno scrigno pieno di tesori

Funzioni nell’antica parrocchiale di Verzuolo
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In occasione delle celebrazioni della Madonna del Rosario, le funzioni religiose si terranno nell’antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo, uno dei gioielli architettonici di Verzuolo.

Fino a lunedì 7 ottobre, è prevista la celebrazione della messa alle 7, seguita dalla recita del rosario. Domenica 6 ottobre, giorno della festa patronale della Villa, sono previste due funzioni, alle 7 e alle 10.30. Nel pomeriggio, alle 16, si terrà la recita del rosario con seguente processione per le vie del Borgo Antico. Alle 16 di lunedì 7 ottobre si celebrerà la funzione del Transito di San Francesco, seguita dalla celebrazione eucaristica delle 17.

UNA STORIA MILLENARIA

L’antica parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo sorge nella zona dell’antico ricetto, di cui sopravvivono ancora l’antica porta e tratti di mura, è detta anche “chiesa in castello” o castellana. Dipendenza dell’abbazia di Fruttuaria dalla metà del XII secolo, nel corso del Quattrocento venne ampliata e notevolmente rimaneggiata. Alla fine del XVIII, per richiesta di alcune famiglie trasferitesi vicino alla settecentesca chiesa dei Cappuccini, essendosi l’abitato allargato verso la pianura, fu necessario che divenisse parrocchia, traslando così la titolazione della chiesa.

Conserva il campanile romanico e affreschi quattrocenteschi di più mani sulla facciata e all’interno. I ricercatori ritengono che originariamente il perimetro dell’unica navata fosse tutto affrescato, con l’intervento di Pietro da Saluzzo e di altri maestri.

Il campanile romanico fu costruito dai Benedettini nel XI-XII secolo e domina la chiesa con i suoi cinque piani segnati da una fila di archetti e da monofore e bifore; termina con un’alta cuspide gotica rivestita da tessere maiolicate (XV sec.).

La facciata a capanna della chiesa, in pietre e laterizi, ornata da una cornice in cotto, presenta al centro il portale che conserva, nella parte superiore, la lunetta gotica con l’affresco della Madonna con Bambino tra i santi Giacomo e Filippo, risalente al terzo decennio del Quattrocento. Alla destra, databili alla stessa epoca, spiccano l’imponente San Cristoforo, che riprende l’iconografia comune e diffusa sulle facciate delle chiese della zona, e santa Barbara, rappresentata con una torre in mano. Alla sinistra è raffigurata una Deposizione dalla croce datata 1472. Facciata e pareti laterali mostrano le tracce degli ampliamenti subiti dall’edificio.

L’interno è costituito da una sola ampia navata, rialzata nel 1615, divisa da quattro campate con volte a crociera costolonate. Gli interventi del 2003-2005 hanno provveduto al consolidamento dell’abside, al rifacimento del tetto in lose e alla sostituzione del pavimento di terra battuta, con uno in cotto.

I restauri, sin dagli anni ’80 dello scorso secolo, avevano portato alla luce tracce degli affreschi che raffigurano il martirio di San Sebastiano e di San Lorenzo; Maria tra San Cristoforo e San Rocco, San Sebastiano e Sant’Antonio abate e una Natività che richiama i moduli iconografici della chiesa di Stroppo e che probabilmente risale al XIV secolo e un frammento che presenta i muratori al lavoro in una costruzione sullo sfondo di un vasto castello.

I lavori degli anni successivi hanno rivelato, nella prima cappella a sinistra, intitolata ai Santi Carlo e Tommaso, riquadri con undici episodi delle Storie di Sant’Antonio abate di Pietro da Saluzzo e, nella grande lunetta, l’Ascensione di Cristo tra gli Apostoli.

Con i successivi restauri, terminati nel 2008, sono state rese completamente leggibili tutte le opere quattrocentesche attribuite a Pietro da Saluzzo. Nella seconda cappella a destra è stato completato il recupero delle scene del martirio di San Sebastiano con il Cristo in pietà tra i santi Apollonia, Margherita, Pietro da Lussemburgo, Giuliano e Lorenzo.

La parte più preziosa e antica è costituita però dagli affreschi romanici, che si trovano nella cappella sotto il campanile e sono attribuiti all’inizio dell’undicesimo secolo. Raffigurano le storie di San Nicola, caratterizzate dal contrastante cromatismo altoromanico e sono collocate in riquadri delimitati dalla tipica decorazione geometrica romanico-bizantina e costituiscono un’importante e rara testimonianza della pittura alto-romanica del cuneese.

Nel 2010 è stato terminato il restauro del grande crocifisso quattrocentesco.

Nel presbiterio, murato sulla parete a destra dell’altare, spicca il tabernacolo in pietra verde datato 1473, di elegante forma gotica. Il coro ligneo settecentesco porta all’entrata delle tre sacrestie che si addossano all’abside, la più antica risalente al terzo decennio del Seicento.

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