Mezzo secolo di “clic” Costigliole ricorda il Luigi Ponso
A palazzo Giriodi si proiettano le foto donate al Comune

Si intitola “Luigi Ponso. Il fotografo” la serata organizzata dal Comune di Costigliole, in collaborazione con l’associazione Attivamente. Si terrà sabato 29 marzo alle 21 nel salone d'onore di Palazzo Giriodi.
A condurre l’evento il ricercatore Sergio Brocchiero e l’appassionato Aldo Galliano, con interventi di Antonella Turaglio, responsabile dell’archivio fotografico.
La serata, a ingresso libero, permetterà di ammirare una parte della collezione fotografica donata al Comune dalla famiglia del compianto fotografo, che raccoglie e racconta la storia di mezzo secolo di Costigliole, vista e interpretata attraverso le lenti della macchina fotografica di Luigi Ponso, per anni unico fotografo del paese. Una vera icona per Costigliole.
Nato nel 1935 a Lione, da mamma francese e papà costigliolese, era il più piccolo dei fratelli Ponso. Dopo aver perso la madre torna in Italia e vive a Busca; poi nel castello di Costigliole, fino alla morte del padre. Lavora come falegname da Villosio e a Saluzzo. Nel 1958 si avvicina alla fotografia e comincia a scattare soggetti dal ponte con lo skyline della collina alle spalle, ma cerca anche di immortalare la dinamicità dei tuffi dalla rocca. La passione diventa un mestiere. Quattro anni dopo apre la bottega di via Piave, di fronte al barbiere.
Non prenderà mai la patente: si sposta esclusivamente in moto o autobus. Lavora anche al mare, inviando le foto per posta ai clienti. Sviluppa le foto a Cuneo presso un amico.
Nel ’63 conosce Irene, che sposa nel ’65; nel ’73 avranno le loro unica figlia. Intanto c’è aria di cambiamenti: inizia a muovere i primi passi la fotografia a colori e il negozio si trasferisce sotto casa, dove resterà fino al 1990. Usava una piccola bacheca tra il bar Centro e la Confraternita per esporre i suoi lavori. Per decenni in tutte le foto di classe, cresime, matrimoni, battesimi risuonava il suo inconfondibile “clic”.
Ma Ponso amava anche i ritratti (per i quali lo si ricorda particolarmente meticoloso), i paesaggi (era appassionato di montagna, oltre che di antiquariato) e gli eventi paesani: ha realizzato una significativa raccolta di momenti alla polentata a Santa Cristina, al Presepe Vivente o alla Festa dell’uva.
Non ha mai cambiato la marca delle macchine fotografiche, fedelissimo alla Hasselblad. Una volta arrivata l’era digitale si è rifiutato di accettare questo cambio tecnologico. In tanti lo ricordano per la sua attività anche a Venasca.
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