Quagliano, un vino diventato “culto”
Il vero simbolo della festa costigliolese
Una storia di agricoltura e di territorio. Di vignaioli capaci che hanno ereditato ed accresciuto i saperi degli avi; di amministratori oculati nella gestione dei beni comunali che non sono solo palazzi e strade ma anche le vigne, i frutteti e i campi che fanno corona al paese.
Una storia di gente che ha sempre lavorato tanto e che al momento giusto sapeva “far festa”: così è nata e si è tramandata la Sagra dell’uva Quagliano, in onore del celebre vitigno autoctono gloria di Costigliole. E il Quagliano, anche in virtù della storica manifestazione che lo celebra, è sempre di più un prodotto ricercato e di “culto”.
Quest’ anno, nel paese dei tre castelli, la sagra festeggia l’edizione numero 87, con ciò ponendosi tra i più vitali eventi del Saluzzese, merito da ascrivere alle dinamiche realtà associative locali capaci di mettere a punto un ricco programma da venerdì al clou di domenica.
Così Costigliole si animerà di artisti, colori, musica e danze, artigiani, cibo, giochi e molto altro, grazie all’impegno portato avanti assieme dalla Pro loco con i sodalizi cittadini e l’amministrazione comunale.
L’ORIGINE DEL NOME
Ai piedi di Costigliole - l’antica Costa Olearum, collina degli ulivi - nacque e prosperò dal I al IV secolo d. C. un insediamento con villa patrizia, fabbricati agricoli, alloggiamenti, locanda e un’attrezzata cantina. La domus era un’antesignana dei moderni bed&breakfast, stazione di posta e ristoro lungo la via delle Gallie che risaliva verso Pedona (Borgo San Dalmazzo) e le Alpi.?
Comprovata la presenza romana dagli scavi avviati dagli archeologi dell’Università di Torino nel 2003, in seguito Costigliole ha seguito le vicessitudini locali, salendo alla gloria nel periodo del Marchesato di Saluzzo per poi entrare nel dominio dei Savoia dopo cruenti fatti d’armi e distruzioni.
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