Una scuola da spettacolo a Scarnafigi
Il saggio delle medie: applausi a ragazzi e prof

Come da tradizione, si è svolto il saggio di fine anno della Scuola Media scarnafigese. Appuntamento la sera di giovedì 29 maggio, nella suggestiva piazzetta della Confraternita, con un pubblico numeroso, ben superiore alle trecentocinquanta sedie allestite dalla Pro loco. Degna cornice per un evento che sarebbe assolutamente riduttivo vedere alla stregua di una festa di fine anno scolastico.
Quando si è in presenza di un ricco bagaglio di competenze, sorrette da motivazioni professionali ed umane, non esiste alcuna sorta di banalità. Tutto diventa strumento di crescita, di ricerca, di una capacità di mettersi in gioco per realizzare la “mission” del proprio lavoro. Per la scuola questa non è solo un insieme di nozioni e di tecniche, ma è soprattutto preparare cittadini attivi, consapevoli della complessità degli scenari di un mondo pieno di rischi e pericoli.
Lo spettacolo messo in scena ha affrontato, con intelligente leggerezza, tematiche terribili, quali le dipendenze, il bullismo, la memoria della storia maestra di vita. L’alternanza di musica e recitazione ha consentito la partecipazione di tutti i ragazzi, assoluti protagonisti in scena. Ma la peculiare bellezza della serata è stata la partecipazione dietro le quinte di tutti gli insegnanti coordinati dalla prof. Cristina Faccin. Una sintonia perfetta, scandita da una sorta di tifo da stadio verso ogni singolo prof., i quali in finale di serata hanno voluto singolarmente trasmettere agli studenti e i loro famigliari le esperienze di un anno da ricordare, oltre a un commosso saluto di augurio ai ragazzi della terza classe.
La fotografia che esce da una simile serata è quella di una scuola che racchiude tutti i parametri necessari per una valutazione di alto livello pedagogico: il contributo attivo e convinto di insegnanti, allievi, genitori, comuni di Scarnafigi, Monasterolo, Ruffia, enti e associazioni locali, tutti uniti nel perseguire la mission didattica.
Naturalmente il ruolo principale va ascritto a un corpo insegnante coeso, di grande qualità, stabile negli anni, che ha realizzato un modello da cui il ministro Valditara potrebbe prendere spunto. Un amico mi dice “esargeruma nen”, ma io dico che spesso nelle piccole realtà meglio risaltano le virtù.