monumento a silvio pellico

Lavori sospesi sulla statua di Pellico

Fratture più profonde del previsto

Lavori sospesi sulla statua di Pellico
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La statua di Silvio Pellico, monumento simbolo di Saluzzo eretto nel 1863 in piazza Vineis, è attualmente al centro di un delicato intervento di restauro. Circondata da impalcature e teli bianchi, l’opera in marmo bianco scolpita da Silvestro Simonetta è oggetto di un’attenta analisi da parte della restauratrice saluzzese Sira Bovo e di Walter Vacchetta, incaricati di ridarle nuova vita grazie a un finanziamento di 15 mila euro messo a disposizione dal Rotary Club Saluzzo.

Nel corso dei lavori, tuttavia, sono emerse criticità maggiori del previsto. Una crepa profonda attraversa il mantello sul retro della scultura e si somma a microfessure, muffe, licheni, macchie da ossidazione e una visibile erosione del marmo all’altezza del volto. Elementi che, come spiegano i tecnici, rendono necessario un cambio di strategia e l’intervento di ulteriori specialisti, tra cui l’ingegner geologo Gomez, coinvolto dal Comune insieme all’ufficio tecnico e alla Soprintendenza per definire il miglior approccio diagnostico.

In attesa di queste valutazioni, i lavori sono stati temporaneamente sospesi, mentre si valuta la tenuta strutturale della statua e si progettano interventi conservativi più adeguati.

«Pellico sente il peso dei suoi anni - spiega la restauratrice - ma faremo il possibile per garantirgli un futuro più stabile e pulito». I primi riscontri, ottenuti grazie a specifici impacchi per la pulizia del marmo, saranno determinanti per definire le prossime fasi operative.La conclusione dell’intervento, inizialmente prevista entro l’estate, slitterà tra la fine di agosto e settembre. Il Comune ha garantito la copertura dei costi aggiuntivi che si renderanno necessari per garantire la buona riuscita del progetto.

«Restaurare questa statua - ha ricordato Silvio Tavella, presidente uscente del Rotary - significa anche riaccendere i riflettori su un uomo che ha fatto della libertà di pensiero la propria missione. A quasi due secoli dalla pubblicazione de Le mie prigioni, Pellico resta un testimone attuale, soprattutto per i giovani. Il nostro club ha scelto convintamente di sostenerne la memoria, perché promuovere i valori della libertà e della comunità è parte del nostro impegno»

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