Demaria: case degli stagionali chiuse
Se non vengono sbloccati i fondi del PNRR non si potranno aprire le case
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Il sindaco di Saluzzo Franco Demaria scrive alla Regione Piemonte e al prefetto di Cuneo per sollecitare lo sblocco dei fondi ministeriali, derivanti dal Pnrr, per i progetti di accoglienza dei lavoratori stagionali.
«La rete di moduli abitativi e alloggi, che somma 127 posti letto, difficilmente potrà aprire - sottolinea Demaria -. Nonostante gli incontri e le rassicurazioni dell’agosto scorso da parte del commissario prefettizio Maurizio Falco, i fondi Pnrr destinati ai progetti per le accoglienze diffuse e i servizi di assistenza agli stagionali non sono ancora stati sbloccati».
Da anni il distretto frutticolo saluzzese, in provincia di Cuneo, si distingue per un modello di accoglienza "diffusa" costituito da soluzioni abitative in una decina di comuni della zona. Ogni anno nel Saluzzese sono circa 4.000 i lavoratori stagionali africani che arrivano per lavorare nel settore della raccolta della frutta. Molti trovano un posto letto all’interno delle aziende per cui lavorano, altri affittano degli alloggi nei comuni della zona. Chi invece ha un contratto ma non trova una sistemazione, viene ospitato dalla “rete diffusa dell’accoglienza”.
«Senza lo sblocco dei finanziamenti - racconta Demaria - salta la rete delle accoglienze diffuse sul territorio del distretto della frutta. Il sistema nel 2024 aveva coperto i costi grazie al progetto “Pon-Fse Common Ground”, di cui la Regione Piemonte è capofila, che però è in fase di chiusura. Al momento non vi sono risorse disponibili per l’apertura e il funzionamento delle accoglienze già dalla prossima estate».
Demaria, nella sua lettera, sintetizza al presidente Alberto Cirio e agli assessori regionali Elena Chiorino (Lavoro), Enrico Bussalino (Enti locali e immigrazione) e Paolo Bongioanni (Agricoltura), oltre al prefetto di Cuneo Mariano Savastano, gli elementi della rete e i risultati raggiunti: «Con un decreto del marzo 2022, a Saluzzo vengono assegnate risorse per oltre 1 milione e 700 mila euro, coinvolgendo i Comuni di Savigliano, Lagnasco, Tarantasca, Busca, Verzuolo, Revello, Scarnafigi, Manta e Costigliole, oltre a Cuneo. Il mio Comune ha provveduto nei termini stabiliti, cioè entro gennaio 2023, alla elaborazione e presentazione della progettualità specifica e a tutte le successive richieste di integrazione e chiarimento. Ma senza lo sblocco dei fondi, il progetto è “in stallo gestionale”».
Nell’agosto scorso il commissario prefettizio Maurizio Falco aveva incontrato, proprio a Saluzzo e Lagnasco, i sindaci dei comuni coinvolti e aveva assicurato garanzie sullo sblocco dei fondi (1,7 milioni di euro) per il rafforzamento della rete per l’integrazione e l’alloggiamento dei lavoratori africani definendo il progetto saluzzese come uno dei primi cinque in graduatoria di quelli finanziati dal Pnrr per il contrasto allo sfruttamento dei lavoratori.
Dopo mesi di stallo, nel dicembre scorso la parlamentare cuneese Chiara Gribaudo ha portato la questione sul tavolo dell’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, da lei presieduta. «Siamo felici che il modello Saluzzo venga preso come esempio dal commissario - aveva dichiarato Gribaudo - ma occorre ricordare che questo modello nasce “dal basso” e dalle amministrazioni locali. È di conforto sapere che oggi è tra i primi cinque in Italia, ma non vorremmo che si trattasse solo di una medaglia, servono le risorse del Pnrr».
Falco, in quell’occasione, indicò come limite il mese di dicembre sia per la firma della convenzione che per lo stanziamento del 10% di anticipo della somma complessiva per i primi progetti già pronti a partire, tra cui il Saluzzese.Al momento, però, lo sblocco non è ancora stato firmato.«C’è il concreto rischio - dichiara Demaria - che, se la firma non arriva entro febbraio, non riapriremo le accoglienze. Al momento non ci sono risorse disponibili. Senza l’assegnazione dei fondi non sarà possibile aggiudicare i lavori entro giugno, né tantomeno terminare gli ampliamenti entro la primavera 2026 per portare il numero di posti letto da 127 a 179 come previsto dal progetto».