Oncino, nuove analisi su erba e acqua
Per scoprire le cause della strage di bovini

Un nuovo sopralluogo è stato effettuato venerdì all’alpeggio di San Giacomo di Oncino, dove una decina di giorni fa si è consumata una strage di bestiame. Tecnici dell’Istituto Zooprofilattico di Torino, carabinieri Forestali, veterinari dell’Asl Cn1, un botanico del Dipartimento Disafa dell’Università di Torino, l’allevatore Giovanni Bonardo, il suo veterinario e il sindaco di Oncino Alfredo Fantone hanno perlustrato nuovamente la zona, raccogliendo ulteriori campioni di acqua, terreno e vegetazione.
L’obiettivo è fare chiarezza su quanto accaduto. Il bilancio, al momento, è pesantissimo: 47 capi di bestiame morti tra vacche e vitelli, una ventina salvati in extremis, altri trovati agonizzanti. Le cause restano ancora ignote. I primi accertamenti non hanno permesso di individuare con certezza l’origine dell’intossicazione. L’ipotesi di un avvelenamento doloso viene ritenuta poco probabile, ma nessuna pista è esclusa: tra le possibilità, anche l’assunzione di una sostanza tossica naturale presente nell’acqua o nei pascoli, o lo sviluppo di microrganismi o microalghe nocive in seguito alle particolari condizioni climatiche.
Gli esami di laboratorio sui primi campioni prelevati, sia dagli animali morti sia da quelli sopravvissuti, sono in corso all’Istituto Zooprofilattico Regionale. Nel frattempo, si è proceduto con nuovi prelievi per ampliare il quadro di analisi e aumentare le probabilità di individuare l’agente responsabile.
Intanto il Comune di Oncino ha avviato una raccolta fondi a sostegno dell’allevatore.
Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale