Stagionali al Parco Gullino, la situazione non si sblocca
Il prefetto: ordinanza anti-bivacchi Il sindaco: è un problema sociale

La situazione al parco Gullino, dove da settimane bivaccano circa un centinaio di lavoratori stagionali africani in cerca di occupazione, è al centro dell’attenzione della Prefettura di Cuneo, che la scorsa settimana ha riunito un tavolo di confronto con istituzioni e soggetti del territorio per individuare soluzioni concrete.
IL PREFETTO CHIEDE UN INTERVENTO
BAGNI APERTI
E PIÙ CONTROLLINel frattempo, Comune e Prefettura hanno attivato una serie di misure tampone: apertura dei bagni pubblici del parco, chiusi da vent’anni, con vigilanza e pulizia a carico del Comune; intensificazione dei controlli da parte di carabinieri e polizia locale per individuare i lavoratori con documentazione regolare da inserire nella rete di accoglienza; aumento dei posti letto della Caritas, che passeranno da 27 a 45. Si valuta anche l’utilizzo del dormitorio sociale di Savigliano per alleggerire la pressione su Saluzzo.
Alla proposta di un’ordinanza “anti-bivacco”, però, il sindaco Demaria ha risposto con fermezza, rilanciando il tema della responsabilità collettiva. «La riunione in Prefettura - ha detto - è stata un momento utile per fare chiarezza: le persone al parco non rientrano nella rete dell’accoglienza perché in cerca di un impiego, o in attesa di un nuovo contratto dopo aver terminato la raccolta dei piccoli frutti. Alcuni sono al loro primo arrivo, altri forse lavorano in nero. Ma non è un problema di ordine pubblico: è una questione umanitaria e sociale, legata alla forte attrattività del nostro territorio per la manodopera stagionale».Demaria sottolinea che Saluzzo sta già facendo molto: ospita 40 stagionali nella rete diffusa, 45 nella struttura della Caritas, coordina il Protocollo, gestisce fondi Pnrr e ha già attivato la riapertura dei servizi igienici al parco. In più, si sta lavorando per anticipare l’apertura dell’ex casa del custode del cimitero, prevista inizialmente per il 4 agosto, come ulteriore punto di accoglienza.
Il sindaco ribadisce la necessità di coinvolgere tutto il territorio: «Queste persone non sono qui per turismo, ma per lavorare. La maggior parte ha già concluso la raccolta dei mirtilli ed è in attesa di essere assunta per pesche e mele. Davanti a questa realtà ci chiediamo: li vogliamo abbandonare, scaricare, allontanare? Oppure dobbiamo affrontare il problema con coraggio, costruendo soluzioni nuove?»
E conclude: «Saluzzo è solo il quarto Comune del Distretto per numero di contratti attivati. Quello che non può fare da sola è farsi carico di tutti per poi metterli a disposizione di un’economia territoriale che ne ha bisogno. Serve il coinvolgimento di tutti: enti locali, terzo settore, imprese agricole. Solo così si costruiscono soluzioni serie, strutturate e rispettose della dignità delle persone e delle comunità».