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Stagionali al Parco Gullino, la situazione non si sblocca

Il prefetto: ordinanza anti-bivacchi Il sindaco: è un problema sociale

Stagionali al Parco Gullino, la situazione non si sblocca
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La situazione al parco Gullino, dove da settimane bivaccano circa un centinaio di lavoratori stagionali africani in cerca di occupazione, è al centro dell’attenzione della Prefettura di Cuneo, che la scorsa settimana ha riunito un tavolo di confronto con istituzioni e soggetti del territorio per individuare soluzioni concrete.

IL PREFETTO CHIEDE UN INTERVENTO

Il prefetto Mariano Savastano ha definito il tema «una questione sociale, non di ordine pubblico», chiarendo che il fenomeno dei bivacchi nel parco riguarda persone prive di contratto, non inserite nella rete di accoglienza regolata dal Protocollo Prefettura per i lavoratori stagionali della frutta. «Un protocollo - ricorda il prefetto - nato nel 2020 e recentemente rinnovato, che ha permesso di accogliere 235 stagionali con contratto o promessa di lavoro nei 44 Comuni del Distretto della Frutta. Un modello che è stato portato a esempio a livello nazionale e ha recentemente ottenuto 1,7 milioni di euro dal Pnrr».Proprio per questo, Savastano ha avanzato al sindaco di Saluzzo Franco Demaria la proposta di individuare un’area più periferica dove accogliere temporaneamente i lavoratori privi di contratto, accompagnata dalla predisposizione di un’ordinanza anti-bivacchi per il parco Gullino. Una misura che, nelle intenzioni del prefetto, dovrebbe evitare situazioni di degrado e tutelare l’area pubblica dal sovraffollamento e dai rischi igienico-sanitari.

BAGNI APERTI

E PIÙ CONTROLLINel frattempo, Comune e Prefettura hanno attivato una serie di misure tampone: apertura dei bagni pubblici del parco, chiusi da vent’anni, con vigilanza e pulizia a carico del Comune; intensificazione dei controlli da parte di carabinieri e polizia locale per individuare i lavoratori con documentazione regolare da inserire nella rete di accoglienza; aumento dei posti letto della Caritas, che passeranno da 27 a 45. Si valuta anche l’utilizzo del dormitorio sociale di Savigliano per alleggerire la pressione su Saluzzo.

DEMARIA: RESPONSABILITÀ COLLETTIVA

Alla proposta di un’ordinanza “anti-bivacco”, però, il sindaco Demaria ha risposto con fermezza, rilanciando il tema della responsabilità collettiva. «La riunione in Prefettura - ha detto - è stata un momento utile per fare chiarezza: le persone al parco non rientrano nella rete dell’accoglienza perché in cerca di un impiego, o in attesa di un nuovo contratto dopo aver terminato la raccolta dei piccoli frutti. Alcuni sono al loro primo arrivo, altri forse lavorano in nero. Ma non è un problema di ordine pubblico: è una questione umanitaria e sociale, legata alla forte attrattività del nostro territorio per la manodopera stagionale».Demaria sottolinea che Saluzzo sta già facendo molto: ospita 40 stagionali nella rete diffusa, 45 nella struttura della Caritas, coordina il Protocollo, gestisce fondi Pnrr e ha già attivato la riapertura dei servizi igienici al parco. In più, si sta lavorando per anticipare l’apertura dell’ex casa del custode del cimitero, prevista inizialmente per il 4 agosto, come ulteriore punto di accoglienza.

Il sindaco ribadisce la necessità di coinvolgere tutto il territorio: «Queste persone non sono qui per turismo, ma per lavorare. La maggior parte ha già concluso la raccolta dei mirtilli ed è in attesa di essere assunta per pesche e mele. Davanti a questa realtà ci chiediamo: li vogliamo abbandonare, scaricare, allontanare? Oppure dobbiamo affrontare il problema con coraggio, costruendo soluzioni nuove?»

E conclude: «Saluzzo è solo il quarto Comune del Distretto per numero di contratti attivati. Quello che non può fare da sola è farsi carico di tutti per poi metterli a disposizione di un’economia territoriale che ne ha bisogno. Serve il coinvolgimento di tutti: enti locali, terzo settore, imprese agricole. Solo così si costruiscono soluzioni serie, strutturate e rispettose della dignità delle persone e delle comunità».

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