Alla guida del Comitato Promotore  c’è Federico Francesco Ferrero. Accanto a lui, anche la campionessa di sci Marta Bassino Il Piemonte «Capitale Mondiale del Cibo»: così cambierà il volto della nostra regione

Alla guida del Comitato Promotore  c’è Federico Francesco Ferrero. Accanto a lui, anche la campionessa di sci Marta Bassino Il Piemonte «Capitale Mondiale del Cibo»: così cambierà il volto della nostra regione
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Ha preso il via ufficialmente, dopo sette anni di sperimentazione, il progetto che intende cambiare il volto della regione per farla diventare la capitale mondiale del Food, attraverso un’operazione ambiziosa di messa a sistema e comunicazione di tutti gli attori della filiera del cibo.

Alla guida del Comitato Promotore Torino-Piemonte World Food Capital c’è Federico Francesco Ferrero, medico nutrizionista e volto noto nei mass media per il settore Cibo; il suo vice in associazione è Mauro Sironi mentre ambasciatrice del progetto è la sciatrice cuneese Marta Bassino, Campionessa Mondiale nello slalom parallelo e vincitrice della Coppa del Mondo di slalom gigante 2021.

Il coinvolgimento prevede tutte le eccellenze del territorio e l’obiettivo di creare nuove opportunità per giovani, ricercatori, aziende, produttori, ristoratori e commercianti, in un percorso trasversale che riguarda vari comparti, dall’industria all’agricoltura, dalla formazione alla ricerca, dalla cultura al commercio, dall’artigianato alla ristorazione, dal commercio all’ospitalità.

A dire la loro saranno anche gli abitanti delle otto province piemontesi per dare voce ai singoli territori, creando un dialogo che tocchi tutti gli ambiti in cui opera il food – dal design alla nutraceutica, dall’innovazione nel packaging alla creazione di percorsi museali dedicati, dallo studio di un’agricoltura più sostenibile ai più importanti congressi mondiali sull’enogastronomia, dalla ricerca scientifica alla ristorazione.

Nella prima fase di lavoro si raccoglieranno le risorse e i consensi, allo scopo di costituire una Fondazione che possa mettere il food al servizio dello sviluppo economico e sociale del territorio piemontese. Questo consentirà di porsi obiettivi specifici: creare nuove opportunità di investimento per le aziende, sostenere l’imprenditoria giovanile in campo agricolo e alimentare, attraendo talenti da altre parti di Italia e dall’estero, garantire la salvaguardia della biodiversità agricola e delle eccellenze artigianali alimentari. Ma anche la ricerca, l’applicazione di conoscenza alle imprese del cibo e la protezione dell’ambiente, per ridurre il consumo di risorse e promuovere pratiche di produzione e consumo più consapevoli secondo gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Dopo la mappatura del Piemonte su otto ambiti (formazione e ricerca, cultura, industria, agricoltura, artigianato, ristorazione, commercio e ospitalità) si procederà con l’aggregazione dei rappresentanti di tutte le varie spinte che riguardano il cibo piemontese e la progettazione partecipata. Un passaggio fondamentale sarà poi la certificazione delle realtà e dei prodotti che seguono le linee guida del progetto «World Food Capital» e che sono quindi meritevoli di essere inserite tra le eccellenze della Capitale Mondiale del Cibo. Infine si procederà con la promozione dell’iniziativa, favorendo il contatto tra domanda e offerta, interna ed esterna, e la pubblicizzazione dell’auto-candidatura del Piemonte come Capitale Mondiale del Cibo e delle opportunità al grande pubblico nazionale e internazionale.

In Piemonte - regione che ha visto nascere alcune tra i più importanti brand alimentari del Paese e reti collaborative di rilevanza internazionale come Slow Food, che ospita il paesaggio vitivinicolo di Langhe-Roero e Monferrato nominato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e che, a partire dalla filiera automotive, ha saputo creare innovazione in ogni settore - l’economia del cibo genera ogni anno 8 miliardi di euro. Nella regione sono attive 50 mila 600 aziende agricole che coltivano 900 mila ettari, di cui 49 mila a biologico. Quasi 4.390 imprese, pari al 7% del totale nazionale, operano su questo territorio, insieme a 11.618 negozi alimentari e 28.028 bar e ristoranti. Complessivamente il comparto food piemontese impiega 242 mila addetti. Professionisti dell’ambito che si sono formati in larga misura nei 55 istituti professionali e alberghieri dedicati ad agricoltura ed enogastronomia o grazie ai 30 corsi di laurea, 3 di dottorato e 5 master dedicati a questo mondo, capaci di produrre più di 5 mila 500 pubblicazioni scientifiche internazionali. Qui, dove sono state fondate la prima Università di Scienze Gastronomiche al mondo e il Salone del Gusto, sono ospitate 345 fiere del cibo, di cui 8 internazionali, e 6 musei tematici.

È stata inoltre lanciata una petizione su change.org, attiva fino al 30 aprile, con la quale il Comitato Promotore intende chiedere alle istituzioni locali e nazionali che almeno il 10% dei fondi europei assegnati alla Regione Piemonte - Recovery Fund, PSR-programma settennale di sviluppo rurale, PNRR-piano nazionale ripresa e resilienza, programmi europei React e Next Generation Eu - sia destinato a finanziare questo progetto.

Spiega il presidente Ferrero: «Trasformeremo il Piemonte nella Capitale Mondiale del Food, per garantire alla regione un nuovo sviluppo e assicurare alle generazioni future nuovi stimoli, benessere e prospettive. Vogliamo raccogliere investimenti, trattenere i giovani, attrarre viaggiatori, richiamare lavoratori e nuovi cittadini. Uniti, noi piemontesi, sapremo vincere la sfida di specializzare tutta la nostra regione sul food in tutte le sue sfaccettature e renderla un punto di riferimento internazionale».

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