Don Tonino è parroco a Moretta: Il saluto alla comunità
Venerdì la presentazione, sabato la prima messa: «Torno vicino a casa»
Era visibilmente emozionato, venerdì sera a cascina San Giovanni, e poi sabato sera, nella sua prima messa di fronte alla comunità morettese nella parrocchiale di piazza Umberto I. Don Tonino Marchisio, da pochi giorni 60enne, è salito sull’altare di una chiesa completamente gremita in ogni posto a sedere, segno concreto di affetto che Moretta ha attribuito all’ingresso del nuovo parroco.
Ordinato sacerdote nel giugno del 1993 don Tonino è stato 3 anni vice-parroco a Cumiana, 3 anni vice a Villafranca, quindi vicario a Piobesi, Buriasco e in ultimo a San Mauro Torinese. «Una delle cose che mi rende più felice è essere tornato vicino a casa, come quando ero a Villafranca - ha esordito all’inizio della messa di sabato -. Io sono originario di Monasterolo di Savigliano, come forse suggerisce anche il mio cognome, ed essere qui a Moretta mi permette di essere di nuovo vicino alla mia famiglia».
La mamma e la sorella erano infatti nelle prime file durante la celebrazione. «Per me è un bene essere qui, chissà se lo sarà anche per voi» ha scherzato subito dopo con i suoi nuovi parrocchiani.
Durante l’omelia ha coinvolto i bambini, rendendo la “predica” come una chiacchierata, un piglio giovanile che l’ha da sempre contraddistinto anche a Villafranca. E infatti i villafranchesi sono accorsi numerosi sia all’incontro di venerdì che in chiesa. Uno dei suoi ex-parrocchiani l’ha messo in guardia: «Sei parroco a Moretta, Faule e Polonghera ma lo sai vero che le parrocchie in realtà non sono solo 3 ma almeno “3 e mezza”? Noi di Villafranca non faremo mancare il nostro affetto e la nostra vicinanza».
Piccole modifiche con il suo ingresso all’orario delle messe: quelle in settimana, dopo il ritorno all’ora solare saranno alle 17,30 mentre è stato richiesto dal vescovo di posticipare leggermente quella della domenica che passa ora alle 11,15: «So che don Gianluigi doveva sempre fare le corse per arrivare in tempo, quindi il vescovo mi ha chiesto di cambiare orario per evitare di correre e poter salutare i parrocchiani alla fine delle celebrazioni».
Questo e molto altro sulla Gazzetta in Edicola