Il dibattito su Mussolini cittadino onorario di Saluzzo Anelli: ecco perché ritengo giusto revocare la cittadinanza al Duce

Il dibattito su Mussolini cittadino onorario di Saluzzo Anelli: ecco perché ritengo giusto revocare la cittadinanza al Duce
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Sul fatto se sia giusto mantenere o revocare la cittadinanza onoraria di Saluzzo a Benito Mussolini, conferita nel 1924, continua il dibattito aperto dalla Gazzetta. Interviene il prof. Sergio Anelli, già dirigente del Pci e dei Ds, autore di numerose pubblicazioni.

Alcuni anni fa, colpito dal fatto che Benito Mussolini fosse stato nominato cittadino onorario di Saluzzo, nel 1924, alla vigilia del delitto Matteotti, feci una ricerca d’archivio e scrissi un articolo su un giornale della città. Ora rivedo la questione riproposta, prima da Giampaolo Testa e poi con un lucido intervento di Livio Berardo, che puntualizza con precisione i dati storici del contesto dell’avvenuta delibera comunale. Non ritorno quindi sull’avvenimento, ma intendo piuttosto sollevare alcuni problemi.

Mi pare infatti che sia venuto il momento di revocare la cittadinanza onoraria del duce. Non è sufficiente infatti sostenere che è storia e quindi... Infatti se si può ricordare che nel 1924 si sia conferita tale cittadinanza onoraria, come fatto storico appunto, è intollerabile invece che il Duce continui ancora oggi a essere cittadino onorario della nostra città, visto il suo percorso politico e relativo esito, universalmente conosciuto per i disastrosi crimini di cui è costellato.

Occorre semmai ricordare che Ingaramo e Mario Mortara, consiglieri dell’appena nato Partito comunista, fossero stati fatti decadere. Mortara, impiegato, infatti fu trasferito lontano da Saluzzo e quindi reso impossibilitato a partecipare ai consigli comunali, e Ingaramo, tipografo, fu lasciato senza lavoro in modo che non potesse più materialmente occuparsi di politica per poter vivere.

Secondo le regole di quel periodo dopo un certo numero di assenze dal Consiglio si veniva dichiarati decaduti. Mario Mortara fu poi deportato e condannato a morire a Mauthausen assieme a un altro consigliere di quel momento: Liderico Vineis.

Non credo che il filologo e studioso di letteratura di fama internazionale, prof. Cesare Segre, insignito anche lui, qualche anno fa, della cittadinanza onoraria saluzzese, sarebbe stato contento di sapere che anche Mussolini era ancora titolare di tale onorificenza.

Non intendo con queste brevi note innescare nessuna polemica. Credo però che un minimo di decenza richiederebbe la revoca di tale delibera, soprattutto se si pensa al momento in cui è avvenuta, non solo per la vicinanza con il delitto Matteotti, ma anche perché in quell’epoca il fascismo, che non era ancora regime dittatoriale, stentava a entrare nelle nostre zone. Solo più tardi, con l’aiuto di certi esponenti liberali, tra cui Tancredi Galimberti, padre dell’eroe nazionale Duccio, fu possibile ai fascisti radicarsi nelle nostre zone.

Basti ricordare a tal proposito che ancora nell’agosto 1925, a dittatura iniziata, l’allora antifascista Giovanni Ansaldo scriveva: «C’è un solo Consiglio Provinciale in tutto il regno, che sia presieduto da una personalità dell’opposizione... E’ quello di Cuneo, presieduto dall’on. Giolitti». Segno che l’anima di queste terre non era favorevole al fascismo e che volendo si poteva agire con ben altra lungimiranza.

Purtroppo Ansaldo, compagno di lotta di Carlo Rosselli, tradì, diventando fascista e portavoce di Galeazzo Ciano. Anche Tancredi Galimberti fu nominato senatore fascista da Mussolini, nel 1929 dopo la morte di Giolitti. Vicende lontane e intricate, che meriterebbero ben altro spazio. Rimane comunque in evidenza a tutto tondo che la revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini, diventerebbe una medaglia per il nostro Comune. E il sacrosanto pagamento di un debito a Mario Mortara, Liderico Vineis, Giuseppe Ingaramo e alla Resistenza saluzzese.

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