L’auto riaccende i motori FASE 2 Intervista sui trend del futuro ad Alessandro Gino, general manager del «Gruppo Gino»
L'Italia non è fuori dall'incubo della pandemia e tra le cose che cambiano, nella Fase2 e immaginiamo ben oltre, c’è il capitolo della mobilità e dei trasporti. L’auto è tra i settori economici più importanti e tra i più esposti al cambiamento, ma gli imprenditori non si fermano. Abbiamo chiesto quali saranno i trend del futuro ad Alessandro Gino, general manager del «Gruppo Gino», leader in Piemonte e non solo, con quartier generale a Cuneo ma con sedi in altre dodici città (Piemonte, Liguria, Toscana, Lombardia) noto per i marchi Mercedes, Bmw e Volvo.
Ultimo consolidamento, il settore Luxury con la concessionaria Aston Martin a Milano.
Quali sono i primi segnali della vostra ripresa?
«L’impressione è che la ripartenza sia lenta nel settore vendita – le decisioni di acquisto sono rimandate -, diversamente dal post vendita, ma ci aspettavamo uno start di questo tipo. Fino al 18 maggio i trasferimenti delle persone sono più complessi, anche se lavoriamo su appuntamento con mail di conferma che si aggiunge all’autocertificazione».
In che modo vi siete adeguati alle normative per la sicurezza da contagio?
«I nostri protocolli, in accordo con i marchi, sono molto stringenti, anche se il lavoro di base è meno rischioso di altre attività retail perché abbiamo grandi spazi e una densità di popolazione bassa. Ora l’accesso al cliente avviene su appuntamento, i dipendenti hanno i dispositivi individuali di sicurezza, si osservano le distanze, abbiamo il misuratore di temperatura laser, igienizzante e mascherina per i clienti. Il personale è monitorato, con l’ordine di restare a casa se la temperatura rilevata è alta. A breve avremo disponibili i test sierologici volontari per i dipendenti. Abbiamo strutturato percorsi predefiniti nei saloni per raggiungere le postazioni dei venditori, schermate da plexiglas. Anche le aree di test drive sono igienizzate prima e dopo l’utilizzo, e il venditore non accompagna più il cliente ma lo assiste al telefono, da remoto».
Come avete gestito invece il momento di lockdown?
«Abbiamo chiuso i saloni a marzo con 350 auto da consegnare. Abbiamo utilizzato la cassa integrazione ma non ci siamo mai fermati nelle idee. Con il “pick up delivery” abbiamo preso in carico l’auto a domicilio per il tagliando e la manutenzione, un servizio che abbiamo reso gratuito per medici e personale sanitario. La parte di vendita è restata attiva online, con orario esteso 8-22, dove abbiamo realizzato migliaia di contatti, ma l’operatività è stata limitata per l’impossibilità di targare i veicoli, la Motorizzazione era chiusa, e consegnarli. Abbiamo lavorato sull’implementazione del digitale, che sarà sempre più protagonista. Il nostro personale utilizza già piattaforme web per contatti e trattative commerciali, ottimizzando il tempo necessario alla consegna. Abbiamo anche attivato sul sito una live chat, attiva anche nel fine settimana».
Lo shock della pandemia ha rallentano lo sviluppo delle emissioni Zero?
«Sicuramente avverrà un rallentamento del piano di sviluppo, si tratta di un evento senza precedenti che per i costruttori era inimmaginabile. Ci sarà rallentamento di un anno, forse due. La macchina è però avviata: l’interesse del pubblico verso l’elettrico e l’ibrido c’è ed è mantenuto. Il volano è partito, è stato solo momentaneamente rallentato».
Quali sono le priorità definite?
«In azienda, acceleriamo sui progetti digitali che ci consentono di essere innovativi. Apporteremo modifiche sul sito (www.ginospa.com) e social media, rivalutando l’uso delle dirette su Facebook e Instagram, che hanno avuto grande riscontro in alcuni test. Cercheremo di interpretare in anticipo i trend di consumo. Ad esempio, la probabile assenza di vacanze porterà ad una maggiore richiesta, in molti casi, di vetture sportive, delle tipologie luxury e motorsport, mentre chi preferirà evitare viaggi di lavoro in treno o aereo acquisterà auto adatte a lunghi viaggi, così come chi vorrà l’alternativa al trasporto pubblico locale sceglierà una piccola utilitaria».
Vi siete distinti anche per la donazione che avete effettuato agli ospedali del territorio. Una vera prova di responsabilità sociale dell'azienda?
«Abbiamo donato 100 mila euro: 60 devoluti all’Ospedale di Cuneo per l’acquisto di un macchinario portatile per la diagnosi di polmoniti da Covid, per fare test anche in stanza; altri 20 mila euro (insieme ad atri Concessionari, per un totale di 120) per l’Ospedale di Verduno; gli altri 20 mila sono stati divisi nei presidi di Albenga e Sanremo. Tra i progetti imminenti c’è la messa online sul nostro sito di Social responsability, in cui racconteremo in modo dettagliato i progetti da noi avviati e conclusi per destinare le risorse sul territorio. Siamo sempre stati impegnati in questo: prima del Covid avevamo fatto un’altra donazione alla Lilt – Lega italiana lotta ai tumori. Lo spiegheremo sul sito».