Una saluzzese svela le anime di Milano
L’altra guida di Margherita Devalle

Dice, e scrive, Margherita Devalle che «Milano ha un carattere forte, ti prende o ti respinge, senza mezze misure. Ti fa sentire al centro del mondo o fuori posto, ti avvolge e un attimo dopo ti ignora. È veloce, frenetica, sempre affamata, materna».
Margherita, saluzzese doc ma trapiantata nella metropoli lombarda (dove è speaker radiofonica, curatrice di eventi e podcaster) sta presentando in questi giorni la sua “Milano, l’altra guida” pubblicata dalla casa editrice internazionale Jonglez. Un libro già salito alla ribalta di Rai uno.
Spiega l’autrice: «Milano non è una città che si concede subito. Bisogna saperla guardare, ascoltare, attraversare con il giusto ritmo. Chi la chiama grigia non si è mai fermato abbastanza a lungo da coglierne le sfumature, chi la definisce fredda non ha mai trovato il posto giusto in cui sentirsi a casa».
E in merito alla sua opera, precisa: «Questa non è una guida esaustiva né un elenco di indirizzi da spuntare come una checklist. È il racconto di una città vissuta ogni giorno, di angoli nascosti, sapori autentici, posti dove fermarsi e altri da attraversare in punta di piedi. Dentro ci sono i miei posti del cuore, quelli che consiglio agli amici, quelli in cui torno sempre e quelli che continuo a scoprire».
L’altra guida è un viaggio tra biblioteche private e cortili spettacolari, con decine di itinerari inediti e selezionati per scoprire la vera anima della città, oltre i clichè.
In quanti sanno che a Milano è possibile suonare il pianoforte in una libreria, visitare un museo eccezionale e segreto completamente da soli, imbattersi in una collezione di meraviglie dei più importanti autori mondiali del Novecento con opere d'arte e pezzi di design tra i più iconici del mondo? E dove si possono provare risotto, ossobuco, mondeghili e cotoletta secondo vera ed immutata tradizione?
Ancora Margherita: «Milano mi ha insegnato che le cose più vere, spesso, si nascondono. Questa guida nasce da quelle storie: a volte non fanno rumore, ma restano. È un invito a scoprire una Milano autentica, in tutte le sue sfumature, portandoti dove vorresti andare, ma anche dove non sapevi ancora di voler andare».
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