Il maltempo non aiuta né il consumo né la produzione della frutta estiva. Gli addetti ai lavori dicono che sulle dinamiche di mercato in questo periodo influiscono diverse variabili: manca il dato quantitativo consueto che si registra tra maggio e giugno. Vedremo più avanti le proiezioni legate alla stagione frutticola 2023, già avviata con la campagna dei piccoli frutti: i mirtilli continuano a “tirare” e i prezzi (base 7 euro/kg a inizio giugno) lo confermano.
Questi sono anche i giorni dei “saldi” pagati dai magazzini relativi alla campagna 2022. Le pesche hanno quotato dai 40 ai 45 centesimi. I kiwi si attestano sui 50 centesimi. Per le mele non è stata un’annata positiva: si va dai 15 ai 20 centesimi, sotto i costi di produzione. E chi ha avuto di più, ha dovuto fare i conti con scarti del 40 per cento e oltre.
Insoddisfacenti anche i prezzi delle susine (fatti salvi i ramassin, una nicchia sempre di valore), e delle albicocche.
IL MERCATOVeniamo all’attualità. La campagna di albicocche, pesche e nettarine è partita bene, con buone richieste sia dall’Italia sia dall’estero. «La domanda è sostenuta – spiega un broker – ma le quantità non sono molto elevate, così che si vende senza particolari problemi e con prezzi abbastanza in linea con le aspettative».
In Romagna molti frutteti sono stati distrutti dall’alluvione e questo ha causato la perdita di alcune colture, quali le drupacee e i meloni. Per pesche, nettarine e albicocche, si parla di una produzione dimezzata. In ritardo e in calo le importazioni dalla Spagna, dove la fioritura è stata colpita dalla lunga siccità, e le successive piogge torrenziali hanno appesantito la situazione.
Nel nostro areale l’incertezza è legata al maltempo prolungato: la persistente umidità non favorisce certamente la maturazione dei frutti. La previsione è dunque per una minore raccolta, che si spera di buona qualità se arriverà il caldo estivo.
LE QUOTAZIONICirca i prezzi, le ciliegie di alta gamma si sono vendute fino a 9/10 euro, la merce meno buona a 4/5 euro ma interessa sempre meno. Le pesche di calibro proveniente dal Sud e dalla Spagna quotano intorno ai 3,50/4 euro, le albicocche con le varietà più buone vanno da 3 a 4 euro.
In rialzo le mele. Spiega un commerciante: «Con il sostenuto decumulo stagionale si è avuto un aumento di 0,20 euro il kg».
In conclusione, il focus resta centrato sulle drupacee. La richiesta di pesche e nettarine è molto elevata, soprattutto per i calibri grandi che scarseggiano. E la domanda sarà sempre più insistita. Di conseguenza, per la legge di mercato, i prezzi risultano davvero alti, al momento.
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