Dal gesto dell’abbandono, ecco la nascita di una serie di cognomi oggi molto diffusi puntata 17 Alle origini della gens saluzzese, paese per paese. Si comincia da Isasca

Dal gesto dell’abbandono, ecco la nascita di una serie di cognomi oggi molto diffusi puntata 17 Alle origini della gens saluzzese, paese per paese. Si comincia da Isasca
Pubblicato:
Aggiornato:

Com’è stato accennato nelle precedenti puntate, anche i bambini abbandonati ebbero il loro nome e cognome.

Gli orfanotrofi, i brefotrofi, le parrocchie e gli istituti di accoglienza divennero una vera e propria fabbrica di cognomi in tutta il mondo occidentale.

Questi cognomi seguivano etimologie e riferimenti diversi. Potevano indicare il luogo del ritrovamento, ricordare l’abbandono, essere beneauguranti, avere un riferimento religioso.

In Italia uno dei cognomi più diffusi fu sicuramente Esposito, dal latino expositus che significa abbandonato, esposto. Si usava anche assegnare un cognome in richiamo alla struttura o all’ente che aveva accolto il bambino, per cui sorsero cognomi che divennero tipici di alcune regioni o città. Per esempio, in Lombardia troviamo molto diffuso il cognome Nocentino, Innocentino, mentre Innocenti è tipico della Toscana dove esisteva in Firenze uno “Spedale degli Innocenti”. Sempre in Lombardia sono frequenti Trovato, Trovatello, Trovatelli e a Milano, in particolare, il cognome Colombo, che deriva dal simbolo di una colomba, marchio della Pia Casa degli Esposti e delle Partorienti in Santa Caterina alla Ruota, fondata dall’Imperatrice Maria Teresa d’Asburgo nel 1780.

In Emilia Romagna un cognome per gli esposti era Casadio o la sua variante Casadei in rimando alla casa di Dio, ma diffuso era anche il cognome Incerti, che si incontra persino in Spagna. Questo cognome deriva dall’uso di annotare sui registri la dicitura “ex incertis parentibus” (di genitori sconosciuti), dicitura che si incontra in un libro della Compagnia di Gesù di Roma dell’anno 1710, dove gli orfani di genitori noti erano individuati come figli ex Honestis parentibus, gli altri come figli ex incertis parentibus.

Nella regione del Lazio il participio passato proiectus del verbo proicere (abbandonare, lasciare, allontanare) diede origine al cognome Proietto e alla sua variante Proietti.

In Sicilia è tipico il cognome Ignoti, che deriva dall’espressione “figlio di ignoti”. Comuni anche i cognomi Trovato e Trovatelli.

Nei brefotrofi si soleva imporre cognomi di derivazione religiosa, come De Angelis, Della Chiesa, Della Croce o di buon augurio come Benvenuto, oppure in riferimento al giorno, al mese o alla stagione del ritrovamento: Sabato, Maggio, Primavera, Inverno.

Anche nel resto d’Europa troviamo cognomi molto simili a quelli italiani dal punto di vista etimologico e della derivazione. Questi saranno argomento della prossima puntata.

I COGNOMI PIÙ DIFFUSI

NELLE VALLI DEL MONVISO

Passiamo ora ad analizzare alcuni cognomi del nostro territorio.

Abbiamo già avuto modo di indagare sul cognome del nostro sindaco Mauro Calderoni, ora prenderemo in considerazione quello del nostro vescovo Cristiano Bodo.

BODO ha la stessa origine di Bodoni. Tipico del Piemonte, si rifà al nome proprio di derivazione germanica Bodo, ma potrebbe anche riprendere il termine dialettale bodo col significato di broncio, segno del cruccio lasciato trasparire da chi fa il broncio.

E’ un cognome a bassa diffusione, presente in una quarantina di comuni, in particolare del Vercellese e del Biellese: a Pertengo è primo per frequenza anagrafica.

Un ceppo minore si registra nel Veneto.

Poiché abbiamo terminato la nostra indagine sui cognomi delle famiglie presenti nel censimento di Saluzzo del 1848, vorrei intraprendere una nuova ricerca relativa ai cognomi delle famiglie di piccoli paesi di montagna, dove cognomi e luoghi sono strettamente interconnessi.

Inizio da un piccolo comune della valle Varaita, Isasca, un paese di un’ottantina di abitanti.

Qui il cognome a più alta frequenza è Vincenti, seguito da Giordano, Dalmasso, Dalbesio, Beparemo Dalbesio, Bonetto, Bonino, Fino, Forniglia.

VINCENTI dovrebbe derivare da una forma arcaica del nome Vincenzo legato al tardo-latino Vincentius che significa "destinato alla vittoria, vittorioso (sul male)".

Il cognome Vincenti con le sue varianti Vincente e Vincentis è panitaliano. Lo troviamo in Puglia, Lazio, Piemonte, Toscana. In Piemonte lo si incontra nella provincia di Torino e soprattutto nella provincia di Cuneo (Venasca, Isasca, Verzuolo, Saluzzo).

GIORDANO, come Giordana, Giordanino e Giordanengo, ha origine dal nome personale Giordano che deriva dall’ebraico Ior e Dan, riferito al fiume Giordano, il fiume “che scorre presso Dan”, antica città biblica. In ebraico Yarden, in greco Iordanes, in latino Iordanus, con il riferimento cristiano al luogo in cui venne battezzato Gesù. Le prime attestazioni si hanno a partire dal XII secolo.

Giordano è il più diffuso in provincia di Asti, il quarto in assoluto nel Cuneese, uno dei più presenti su tutto il territorio regionale. Lo ritroviamo in 385 comuni, concentrato soprattutto nel Torinese, Cuneese, Alessandrino e Astigiano.

Le località dove è più frequente sono Torino, Cuneo, Boves, Robilante Collegno, Alessandria, Borgo San Dalmazzo, Alba, Fossano e Vernante.

DALMASSO, come Dalmazzo e Dalmazzone, deriva dal nome romano di origine etnica Dalmatius, che significa “proveniente dalla Dalmazia” e fa riferimento all’omonimo santo martirizzato nel 254 sulle rive del Vermenagna, in provincia di Cuneo. Da qui anche il nome di Borgo San Dalmazzo.

Dalmasso è a media diffusione, presente in 110 comuni, predominante nel Cuneese, dove è primo a Peveragno e Vernante, secondo a Robilante, Limone Piemonte, Chiusa Pesio e Tarantasca, quarto a Boves e Beinette, quinto a Cuneo, Borgo San Dalmazzo e Piasco. Poco presente nelle altre regioni, a partire dalla Liguria. A causa dell’immigrazione del secolo scorso, attualmente, oltre 2500 persone in Francia portano questo cognome.

DALBESIO trae origine, attraverso soprannome, dal termine dialettale albeis (albese, proveniente da Alba) preceduto da preposizione “di” tronca, a indicare provenienza. A bassa diffusione, tipico del Cuneese, è presente in circa 25 comuni, a partire da Manta, Cuneo e Lagnasco. Qualche occorrenza la troviamo in Lombardia.

BAPAREMO DALBESIO: di questo cognome doppio non ho trovato informazioni.

BONETTO, come Bono e Bonino, dovrebbe derivare da modificazioni del nomen latino Bonus, passato in uso anche presso i barbari conquistatori. Bono infatti è anche nome longobardo.

Il cognome Bonetto ha un ceppo piemontese ed uno veneto. E’ diffuso nel Torinese (Torino e Pinerolo) e nel Cuneese. A Ceresole d’Alba è 1° per frequenza. Buone presenze anche a Saluzzo, Verzuolo, Racconigi e Sampeyre.

FINO, come Fini, Finelli, Finali, Finardi, Finello, Finiello, potrebbe discendere da toponimi, come ad esempio, Fino Mornasco (Como) oppure dal nome medioevale Fino o Finello. In altri casi può derivare dall'aferesi di nomi come Serafino, Adolfino o altri nomi longobardi.

Finiello è napoletano. Fino ha un ceppo pugliese, uno piemontese tra cuneese e torinese ed uno forse milanese.

In provincia di Cuneo lo troviamo a Saluzzo, Melle, Revello, Manta, Busca, Verzuolo, Brossasco.

FORNIGLIA fa parte di quella serie nutrita di cognomi che in parte si rifanno, attraverso soprannome, alla voce forno, inteso come luogo dove si cuoce il pane, in parte invece ai diversi toponimi Forno presenti in Piemonte: dal comune del Canavese alle diverse frazioni nel Torinese e nel Novarese. A bassa diffusione, tipico soprattutto del Cuneese, è registrato in una decina di comuni. I nuclei principali sono a Verzuolo e a Saluzzo con presenze anche nel Torinese (Nichelino).

Archivio notizie
Maggio 2024
L M M G V S D
 12345
6789101112
13141516171819
20212223242526
2728293031